Giuseppe Cucè ci racconta “Fragile equilibrio”

Animato da un progetto, che racchiude l’esperienza maturata in tanti anni di studio e approfondimento del proprio sentire, filtrando il mondo intorno a sé, rivisitando i canti del sud del mondo, che racchiude soprattutto la composizione di canzoni inedite imbevute di tradizione e passione, Giuseppe Cucè nasce a Catania l’8 settembre del 1972 e fin da piccolo coltiva il sogno della scrittura ma soprattutto della musica.

Inizia il proprio percorso dipingendo i propri pensieri su tela, per poi successivamente farsi catturare dalla danza contemporanea, fino a confrontarsi con diverse identità esistenti nel proprio essere e capire la propria strada incanalando le proprie energie verso la scrittura e la composizione.

Durante la sua carriera ha collaborato con diversi musicisti, tra i più fedeli il produttore artistico Riccardo Samperi e il percussionista Francesco Bazzano.

Nel 2008 inizia a collaborare con la TRP Music di Riccardo Samperi, ed è da questa collaborazione che nasce il cd La Mela e il Serpente, un album che sarà espressione assoluta dell’anima Saudade dell’artista. L’album viene anche pubblicato dalla EDINA MUSIC, etichetta Parigina fondata da Yvon Chateigner. Il tour di presentazione dell’album ha dato al cantautore catanese la possibilità di esibirsi nei più importanti teatri Parigini (Le Trianon, L’Alhambra, Le Petit Saint Martin).

Sempre dalla collaborazione con il produttore Riccardo Samperi e dopo un lungo periodo di scrittura e maturazione di nuovi brani, coadiuvato anche dall’apporto artistico dell’amico musicista Fabio Abate, nasce un nuovo progetto musicale che ha già visto la pubblicazione di tre singoli, “Di estate non si muore”, “La mia Dea” e “Dimmi cosa vuoi”, che confluiranno in un album di prossima uscita per TRP Vibes.

Una nuova squadra di musicisti tra cui: Enzo di Vita alla batteria, Alberto Fidone al basso, Anthony Panebianco al Pianoforte & Hammond, Riccardo Samperi alle chitarre, Giuseppe Furnari al Pianoforte e alla direzione archi di alcuni brani, Claudio Allia al Pianoforte di un brano, Alessandro Longo al cello, Gaetano Adorno alla viola, Marcello Spina e Giovanni Cucuccio ai violini, le Back Vocalist Lilla Costarelli e Teresa Ranieri,  l’apporto fondamentale di Claudio Allia l’Ar Comunicator per Trp, e di Alberto Fidone (superivisor per Trp) contribuiranno e daranno a Giuseppe Cucè un nuovo suono e l’espressione più matura e a fuoco del suo percorso artistico.

Come sei arrivato alla musica?

Fin da piccolo faccio musica e la vivo e con il tempo e le esperienze ho affinato la mia passione verso la scrittura dei miei testi e la composizione.

Ho la fortuna di vivere tra il mare ed il vulcano, la loro energia, la loro contrapposizione, il loro attrarre e respingere, crea in me sensazioni a volte di pace a volte di tumulto. Mi sento un’isola nell’isola, isolano ed isolato, circondato da un mare di luce ma anche di buio pesto, la mia Sicilianitudine.

Un giorno non molto lontano, ho sentito l’esigenza di raccontarmi attraverso le parole, i versi e i suoni, ho costruito le mie canzoni con una piccola tastiera, e da allora è iniziato il viaggio nella musica.

Ho sempre cercato di esprimere con la mia musica sincerità ed onestà, senza la musica per me esisterebbe solo il buio.

Il primo strumento è stata una tastiera, poi la prima band ed i live di cover nella mia città Catania, la scrittura e la composizione sono stati necessari, le parole ed il suono fondendosi mi hanno regalato la possibilità di potermi esprimere completamente e sinceramente.

Quale è stata la tua musica di riferimento?

I miei modelli di riferimento sono: Tenco, De André, Battiato.

Mi hanno insegnato molto attraverso le loro canzoni, e dalla loro musica mi sono sempre lasciato ispirare.

Hai uno strumento musicale al quale sei particolarmente legato?

L’unico strumento che amo suonare è il pianoforte, penso che mi rappresenti nella maniera più assoluta.

Recentemente è uscito il tuo nuovo singolo. Ci racconti com’è nato?

Ho composto questa canzone qualche anno fa durante il periodo della Pandemia, nel silenzio assordante di quelle giornate, l’isolamento fisico, le paure e le angosce che scaturivano da ciò che vivevamo, mi hanno permesso di esplorare ogni singola parte del mio io interiore. FRAGILE EQUILIBRIO è un’analisi del proprio io, quell’io che guardi allo specchio e che riflette un’immagine che non è quella che percepisci di te stesso. Il disagio di crescere, invecchiare, di guardarsi allo specchio e non riconoscersi, perché è un fragile equilibrio quello che ci permette di continuare a sentirci vivi anche quando ti senti un ventenne ma l’orologio dice il contrario.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Nel mio futuro più prossimo vedo la realizzazione del mio terzo album in studio, la presentazione di questo progetto al pubblico attraverso i Live.

Il viaggio continua, per approfondire nuove sfumature e sfaccettature del mio percorso di vita, che poi non è tanto differente da chiunque altro.

Adesso la chiave è giusta per aprire alcune porte, altre porte invece potranno rimanere chiuse finché non si troveranno altre chiavi per aprirle.

Restate in ascolto… to be continued!!!!

 

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