Sanremo 2024: questa sera il liscio con i Santa Balera

Bandiera italiana nel mondo che in questo 2024 festeggia 70 anni: parliamo di “Romagna mia” scritta dal maestro Secondo Casadei. Sarà la regina sul palco dell’Ariston questa sera, mercoledì 7 febbraio: ospiti i giovanissimi del liscio, 15 musicista e 10 ballerini. È la Nuova Orchestra Santa Balera, una produzione MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti in collaborazione con Regione Emilia Romagna per la Campagna Verso il Liscio Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

La presenza al Festival di Sanremo vuole essere un omaggio alla ripresa della Romagna e agli “Angeli Del Fango” che si sono stretti attorno a questo inno nei momenti tragici dell’alluvione, ma anche al M° Secondo Casadei (che ha scritto “Romagna mia” di cui si festeggia il 70° anniversario e di cui cura le edizioni la figlia Riccarda) e ai Giganti del liscio come Carlo Brighi in arte Zaclén, e come Raoul Casadei. Infatti il figlio Mirko si esibirà coi Santa Balera accompagnato dai suoi solisti Marco Lazzarini, Stefano Giugliarelli e Valeria Magnani. Ospitiamo la voce di Giordano Sangiorgi, cuore pulsante di tutta l’operazione:

“Romagna mia” al festival vuol essere un omaggio agli “Angeli del fango”. Tutti noi siamo stati toccata dalle parole del Presidente Mattarella, ma com’è adesso la situazione?
“Romagna mia” è stato un brano ad alto tasso di condivisione. Cioè nel post-alluvione, mentre si lavorava per pulire le città dal fango e dall’acqua che ha devastato la Romagna, gli alluvionati, i volontari, la Protezione Civile si ritrovavano la sera nelle piazze a cantare assieme “Romagna mia”. Quindi mai come in quel caso ha unito una regione intera. Le parole del Presidente Mattarella ha confermato e celebrato tutto questo e diciamo che oggi la situazione è quella di una ripartenza ma ancora molto lente. Ci sono zone in cui restano vive le tracce dell’alluvione: serve una maggiore incisività, una maggiore operatività per tornare davvero a rinascere completamente.

Come ha accolto la proposta Amadeus?
Come sempre negli incontri che abbiamo avuto in questi 5 anni di sua conduzione e direzione di Sanremo, è stato sempre molto attento e in ascolto alle proposte che facevo. In qualche modo sottolineando l’importanza della scena indipendente e dunque recependo molte di queste cose sin dalla sua prima edizione (ricordiamo come in quella edizione c’erano infatti molti nomi sconosciuti al grande pubblico che provenivano dal mondo del MEI). In questo caso la proposta ha destato in lui molta attenzione tanto che alla fine l’ha fatta sua e ci ha chiamati a realizzarla.

Come nasce il circuito Santa Balera?
Nasce da un’idea del MEI in primavera dopo l’alluvione… nasce per valorizzare e in qualche modo santificare tutte quelle balere storiche che ancora oggi esistono. Abbiamo realizzato con il circuì “Vai Liscio” della regione Emilia-Romagna, un itinerario e un tour che dura un mese e che visita 10 balere del territorio, in cui abbiamo fatto suonare giovanissimi della generazione Z del liscio, i big di questo mondo, abbiamo fatto ballare diverse scuole di ballo e abbiamo consegnato la targa di “Balera storica” a queste 10 strutture che resistono… e per questo sono “sante”.

Che future vede per la Generazione Z del liscio? Può trovare un suo percorso e una sua identità o dovrà piegarsi alla legge dello streaming?
Vedere il futuro della musica, nell’era dello streaming ma soprattutto nell’era dell’A.I. e dei tanti cambiamenti tecnologici che stanno arrivando, significa anche avere la palla del futuro come il Mago Otelma. Battute a parte, ovviamente così non è, non me la sento di fare delle previsioni. Di certo è che siamo di fronte all’esistenza di due mercati. Da una parte il mercato dell’intrattenimento con canzonette banali tutte uguali, usa e getta, con testi insignificanti che fanno da intrattenimento commerciale che troviamo dentro tutti i principali festival. Dall’altro, c’è un diverso mercato fatto di musicisti che fanno i più diversi generi e che sono quelli “emarginati” da tutte le piattaforme di streaming – e penso ai gruppi rock, alla canzone d’autore impegnata, penso ad un pop innovativo e sperimentale, penso alla musica elettronica sperimentale, al folk, al jazz, anche al liscio, alla world e tantissimo altro – artisti che fanno un altro tipo di mercato, artisti capaci di suonare, capaci di restituire brani significati e importanti che però oggi non trovano un terreno fertile e disponibile nel mare digitale che vuole prodotti usa e getta per massimizzare i profitti. Prima o poi arriverà il tempo in cui esisterà una massa critica capace di sostenere una piattaforma digitale indipendente alternativa che darà vita a tutti questi generi… così come accadeva in Italia 20 o 30 anni fa esisteva e si era creata una distribuzione fisica alternativa di artisti indipendenti.

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