Intervista allo scrittore Marcello Monti con il romanzo “La ragazza di via Idro”

Il libro narra della sottile linea fra il bene e il male

Marcello Monti ha pubblicato in self il suo romanzo “La ragazza di via Idro”, un libro che esplora le complesse dinamiche del mondo di Internet, evidenziandone benefici e lati oscuri.  Il fulcro del romanzo consiste nell’analisi della sottile linea fra il bene e il male; i protagonisti, a seguito delle spiacevoli vicende narrate, saranno in grado di sopravvivere e di restare integri? Scopriamo news e curiosità in questa intervista!

Da dove nasce l’ispirazione per questo romanzo?

A seguito dell’esperienza vissuta da un amico e dalla sua famiglia, ho visto in loro il giusto modo di affrontare una situazione che avrebbe potuto distruggerli. Invece, al netto di un percorso reale di accettazione dei rispettivi errori sia del presente che del passato, hanno reagito e sono ripartiti più forti di prima. Sono stati un chiaro esempio del detto: ciò che non ti uccide, ti fortifica.

La famiglia protagonista si ritrova vittima di una delle numerose truffe del web. Hai vissuto esperienze del genere in prima persona o da esterno?

Fortunatamente in prima persona no. Come ho risposto in precedenza, da esterno sì, anche se quando tutto si era già ormai consumato.

Hai curato personalmente la grafica: come mai hai deciso di utilizzare il blu e il giallo nella copertina? Cosa simboleggia la figura della donna?

Il giallo è il genere a cui appartiene il romanzo, ma anche la luce e quindi la speranza. Il blu è l’acqua o, meglio, una profondità marina nella quale la ragazza si sta inabissando. É un limbo, un punto nel quale ancora è possibile risalire verso la superficie oppure sprofondare nell’oscurità senza fare ritorno. Dipende dalle azioni che si compiono da qui in poi. L’immagine della ragazza in caduta evoca diverse situazioni: la prima è un riferimento all’atto stesso di cadere. In questo romanzo quasi tutti i personaggi inciampano e cadano, ma qualcuno si rialza e reagisce altri non ce la fanno. La seconda richiama il momento in cui entra in scena l’ispettrice Bissotti ed è un incubo nel quale vengono evocati i fantasmi del suo passato, ma anche la sua evoluzione e trasformazione che la portano ad affrontarli una volta per tutte.

Credi che la vita dell’uomo oscilli eccessivamente fra il bene e il male? Qual è il giusto mezzo?

L’uomo oscilla sempre tra bene e male a seconda dell’opportunità che la vita gli concede. Non so se questo sia eccessivo, credo che per giudicare certe situazioni si debba, prima di tutto, viverle. Di certo, vivendo in una società nella quale l’apparenza conta più della sostanza e l’etica è una debolezza, il giusto mezzo appare più come un compromesso tra l’obiettivo e ciò che la coscienza riesce a sopportare per ottenerlo.

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